giovedì 30 novembre 2017

Ecco alcune iniziative in programma in alcuni Comuni d'Italia per la Giornata dedicata alle persone con disabilità


Il 3 dicembre è un appuntamento istituito nel 1981, in occasione dell’Anno Internazionale delle Persone Disabili, con lo scopo di promuovere una più diffusa e giusta cultura e conoscenza della disabilità, incoraggiare la piena inclusione delle persone con disabilità in ogni ambito della loro vita e allontanare ogni forma di discriminazione.
Dal 1993, per merito della Commissione Europea, è divenuta anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, dedicandola non solo ai disabili, ma anche alle loro famiglie, agli operatori e a tutti i professionisti che operano nel sociale.

Dopo questa doverosa prefazione, qui di seguito vengono esposte alcune iniziative intraprese in alcuni Comuni italiani il prossimo 3 dicembre.

Venosa (PZ), l’Associazione Vicolé proporrà alla cittadinanza venosina un’installazione a carattere temporaneo: “PraticaMente Accessibile”, ad opera dell’artista sordo Ettore Albergo e a nome dell’associazione, vuole essere un contributo alla giornata dedicata alla “Cultura per tutti”, con l’obiettivo di dare la possibilità a tutte le persone con disabilità e non solo di svolgere un’azione sociale e culturale.
L’iniziativa è stata pensata al fine di sostenere la “CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus”, che ha sede a Torino e che organizza ormai da molti anni questa straordinaria iniziativa, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio della Regione Piemonte, della Città Metropolitana di Torino e della Città di Torino e con la stretta collaborazione dell’Assessorato delle Politiche Sociali di Torino. Una collaborazione preziosa, quella tra la “CPD – Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus” e l’Associazione Vicolé, che punta alla divulgazione di altri nuovi linguaggi unendo l’Italia.

Paestum (SA), a partire dalle 11, nel museo ci sarà l’esibizione del coro Mani Bianche “Cantus Cantorum”, diretto da Marina Del Sorbo e accompagnato dal maestro Ferdinando Botta con la voce solista di Valentina Vergati.
Dopo i saluti istituzionali di Alfonso Andria, membro del Consiglio di Amministrazione del Parco Archeologico di Paestum, è in programma una conferenza sull’accessibilità culturale a cui interverranno Renata Florimonte, dirigente scolastico dell'ITT Basilio Focaccia che ha avviato con il parco archeologico dei percorsi di visita dedicati a ragazzi ipovedenti, Pierfrancesco Fiore, delegato del Dipartimento di Ingegneria civile dell’Università degli Studi di Salerno alla disabilità, Cetty Ummarino, ideatrice di un itinerario turistico accessibile che comprende anche il sito archeologico di Paestum, Teresa Rio dell’Associazione “Cilento4all”, Anna Ferrara dell’Osservatorio cittadino di Cava de’ Tirreni sulla condizione delle persone con disabilità e Vitina Maioriello dell’Associazione “Mi Girano Le Ruote “.
Alle 11.30 e alle 15.30 appuntamento presso Porta Principale (nei pressi del Tempio di Nettuno) con “Architetture senza barriere”: visite guidate, in italiano e in inglese, nell’area del Santuario Meridionale (tempio di Nettuno e Basilica). Alle 10.30 appuntamento alla biglietteria del museo con “Il Sentiero degli Argonauti”: una piacevole passeggiata dai templi al mare attraverso un percorso tra archeologia, storia e paesaggio, sapientemente guidati da Legambiente.
Inoltre, nel museo sarà possibile visitare le mostre “Action painting rito & arte nelle tombe dipinte di Paestum”, curata da Marino Niola e Gabriel Zuchtriegel e “Le armi di Athena. Il santuario settentrionale di Paestum”, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale, il Museo Archeologico Nazionale di Paestum e il Römisch-Germanisches Zentralmuseum di Mainz (la visita alla mostra è inclusa nel biglietto d'ingresso all'area archeologica e al Museo e nell'abbonamento Paestum Mia).

Taranto,  Il Museo Archeologico Nazionale di Taranto – MArTA promuove l’iniziativa con “Sens-azione Tour”, il nuovo laboratorio itinerante multisensoriale pensato per tutti gli utenti con disabilità.
L’attività consisterà in uno speciale laboratorio itinerante durante il quale ciascun visitatore sarà guidato tra le sale del Museo e accompagnato alla scoperta delle sue ricche collezioni attraverso molteplici esperienze multi-sensoriali.
L'ingresso sarà gratuito sia per il visitatore che per il suo accompagnatore. Per info e prenotazioni: rosa.zampa@beniculturali.it o tel. 099-4532112.



Mentre, le Associazioni Contro le Barriere, Fidas, Nuove Frontiere, WWF e la Cooperativa Sociale Pam Service, con il patrocinio del CSV Taranto e l’adesione di altre 14 Associazioni hanno organizzato la “Marcia per la Vita” che prevede un corteo che partirà alle ore 18:30 da Via Di Palma angolo Via Di Palma che arriverà in Piazza Garibaldi, dove dalle ore 20:00 alle 23:00 si svolgere “Un Concerto per un’Umanità migliore!”, che avrà inizio con gli Heart’s Music, un progetto che vede i coinvolti ragazzi autistici che si cimentano nel cantare canzoni italiani di successo.




Pisa, Palazzo Gambacorti e Logge di Banchi si illuminano di blu a partire dalle ore 17:00.
L'iniziativa è organizzata dalla sezione provinciale dell'Anmic con il patrocinio del comune di Pisa, per creare un momento di riflessione e discussione sul tema della disabilità da tutti i punti di vista: politico, civile, sociale, educativo e medico, al fine di ricordare alle Istituzioni, alla politica e alla pubblica opinione il dovere di far applicare anzitutto le leggi già esistenti a tutela dei cittadini più svantaggiati che nel nostro Paese rischiano di rimanere vuoti principi, parole al vento. Perché legiferare non basta, se poi le leggi nazionali restano inapplicate in quanto sotto-finanziate.



Piacenza, la Fondazione Pia Pozzoli ‘Dopo Noi’ organizza un concerto nella Basilica San Savino, durante la quale si esibiranno la Sunday Orchestra, diretta da Fabrizio Francia e il duo acustico Luigi Milani e Davide Cignatta.
Questo concerto vuole essere un’occasione di incontro e di integrazione con tutta la comunità piacentina, attraverso il linguaggio universale della musica, insieme ad alcune letture, per creare un momento di condivisione fra tutti i presenti. Pertanto, lo slogan dell’iniziativa è “La vita è sinfonia”: come la sinfonia è un complesso armonico di sonorità differenti, così nella vita le persone hanno risorse e abilità differenti che, se si creano condizioni sociali e culturali adeguate, possono armonicamente coordinarsi e integrarsi.





















mercoledì 29 novembre 2017

Resoconto della conferenza stampa del 27.11.2017 della Marcia per la Vita del 3 dicembre 2017

Il 27 novembre 2017, alle ore 10:00, presso la sede dell’Associazione “Contro le Barriere” a Taranto in Via Cugini 39/40, si è svolta la conferenza stampa per comunicare alla cittadinanza che domenica 3 dicembre, in occasione della Giornata Internazionale dei Diritti delle Persone con Disabilità si svolgerà la 2ª edizione della “Marcia per la Vita”.
Questo evento rientra tra una delle proposte in collaborazione con il CSV Taranto, ed è promossa dalle Associazioni Contro le Barriere, Fidas Taranto, Nuove Frontiere, WWF Taranto e come partner la Cooperativa Sociale Pam Service. Hanno aderito le seguenti Associazioni:  Arcinota, ARTisTARAS, Associazione Comuni(Tà), Associazione Parkinson Taranto, Auser Taranto, Comunità Emmanuel, Contramianto e altri rischi onlus, Fattoria Amici di Torraco, Gruppo Protezione Civile Taranto, Heart’s Music onlus, ItaliAbile onlus, Progentes onlus, Sherwood, Social LAB, Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del  malato di Martina Franca e di Taranto.

La 1ª edizione svolta l’anno scorso, fu denominata “Marcia della Sopravvivenza”, invece, quest’anno i promotori hanno deciso di intitolarla opportunamente “Marcia per la Vita”, perché l’obiettivo principale è sostenere tutte quelle azioni che tendono ad eliminare tutte le barriere che impediscono l’inclusione sociale, al fine di migliorare le condizioni di vivibilità di tutti i cittadini, senza alcuna distinzione di condizioni fisiche e sociali. Una di queste azioni è la petizione popolare, per indurre il Comune di Taranto ad adottare il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) e la ricostituzione della Consulta sulla Fragilità, organismo consultivo del Comune delle Associazioni di disabili, per la quale dal 23 settembre di quest’anno l’Associazione “Contro le Barriere” e un gruppo di cittadini “Taranto senza barriere”, si stanno prodigando a raccogliere le firme e che saranno consegnate al Sindaco il 2 gennaio del prossimo anno.
Alla data odierna risultano raccolte già n. 968.

La Marcia per la Vita, partirà alle ore 18:30 da Via Di Palma angolo Via Duca degli Abruzzi, dove ha inizio l’isola pedonale, e passando da Piazza Maria Immacolata proseguirà lungo Via D’Aquino, per arrivare in Piazza Garibaldi, dove, dalle ore 20:00 alle 23:00, ci sarà “Un Concerto per un’Umanità migliore”, durante il quale si esibiranno l’Heart’s Music,  un progetto che nasce dall'idea di realizzare qualcosa dettata dall'esigenza e dall'esperienza che la diversità di ognuno può diventare ricchezza, i Diversamente Blues (Cosimo Simeone, Giovanni Faraoni e Mino Inglese), Gianmichele Mattiuzzo (ex The Showmen) ed altri gruppi locali.
La marcia prevederà delle piccole soste, durante le quali saranno distribuiti dei volantini per spiegare  la motivazione dell’evento in corso, nonché nei negozi privi di ostacoli per le persone in carrozzina si chiederà di affiggere un adesivo che segnala l’accessibilità.


I promotori e gli aderenti, hanno organizzato questa Marcia per la Vita per esprimere solidarietà nei confronti delle persone anziane, con disabilità e bisogni particolari, al fine di eliminare gli ostacoli che ledono la loro dignità, per poter vivere in un ambiente più salubre e per esigere i propri diritti.
Pertanto, agli enti pubblici si chiede di svolgere le seguenti azioni:
1.    facilitare l’accesso alle cure mediche ed alle terapie senza liste d’attesa;
2.    adottare il  Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche;
3.    incrementare le attività ed assistenza sociale per gli anziani;
4.    promuovere campagne di sensibilizzazione per la raccolta di sangue;
5.    favorire la mobilità sostenibile ed accessibile;
6.    incentivare la raccolta  differenziata;
7.    favorire gli organismi consultivi della cittadinanza, al fine di recepire i loro bisogni reali e loro rivendicazioni. 



domenica 26 novembre 2017

Se il docente di sostegno e' assente gli alunni disabili non devono essere obbligati a stare a casa




Negli ultimi tempi capita spesso di leggere sui social network il disagio delle famiglie di fronte a spiacevoli situazioni che si creano quando il docente per il sostegno è assente. 


In diversi casi, infatti, i genitori segnalano che, in assenza dell’insegnante di sostegno, viene loro chiesto di tenere il figlio a casa proprio perché il suo docente non è presente.


Questa richiesta pare provenire da diversi soggetti, dal dirigente scolastico al suo collaboratore, dai responsabili di plesso ai docenti curricolari. 
Le famiglie troppo spesso si piegano di fronte a questa richiesta, preferendo l’assenza da scuola alla prospettiva che il proprio figlio non venga seguito. 

In alcuni casi, a quanto pare, la richiesta viene addirittura motivata facendo riferimento a ragioni di sicurezza. 


Allo stesso modo, raccontano diversi genitori, in alcuni casi viene prospettato un orario coincidente con quello del docente di sostegno, dell’educatore e dell’assistente: se l’alunno non è coperto, cioè, è preferibile che stia a casa perché non può essere seguito da nessuno.
E’ bene ricordare, perciò, che richieste di questo tipo costituiscono un grave illecito.



Le famiglie, cioè, al momento dell’iscrizione a scuola, scelgono un tempo scuola, che può essere normale (generalmente di mattina o con alcuni rientri) o pieno (generalmente fino alle ore 16:00). 
Gli alunni, dunque, hanno pieno diritto a frequentare la scuola per tutte le ore previste dal tempo scuola a cui sono iscritti. 

Questo vale per tutti gli alunni, senza eccezione alcuna e prescinde totalmente dalle risorse che sono assegnate alle classi che essi frequentano.


I docenti di tipo curricolare sono insegnanti di tutti gli alunni. I docenti per il sostegno sono assegnati alle classi frequentate da alunni con disabilità certificata e sono contitolari di cattedra. 
Non sono, cioè, assegnati agli alunni, ma alle classi, con una funzione, così come alle medesime classi sono assegnati i docenti curricolari, con altre funzioni. 
Tutti gli insegnanti sono docenti di tutti gli alunni. Tutti i bambini e i ragazzi sono alunni di tutti i docenti. 

Pertanto la presa in carico e la responsabilità educativa dell’alunno con disabilità spettano a tutto il Consiglio di Classe, di cui fa parte anche il docente per le attività di sostegno.


Sulla base di questo, dunque, si può affermare che ogni tipo di richiesta che limiti la frequenza di un alunno rispetto alle ore previste per il resto della classe, risulta essere del tutto illegittima e costituisce un atto di mera discriminazione perseguibile secondo le attuali leggi in vigore. 

Anche il riferimento alla sicurezza non trova alcuna ragion d’essere, poiché i docenti, tutti, hanno responsabilità in merito per tutti gli alunni.


Una richiesta di questo tipo, inoltre, sposa un concetto distorto del ruolo del docente per il sostegno, delegando di fatto ad esso il ruolo e la responsabilità rispetto all’alunno con disabilità, contravvenendo alle più elementari condizioni che rendono possibile i processi di inclusione.



Tutto ciò vale non solo per la frequenza del tempo scuola previsto, ma anche per le uscite didattiche, i viaggi di istruzione e per tutte le altre attività non contestualizzate all’interno delle classi o della scuola. 
Gli alunni con disabilità hanno pieno diritto alla partecipazione a tutte le attività previste per la classe. 
La scuola deve infatti programmare esclusivamente percorsi didattici che consentano la partecipazione di tutti gli alunni, senza richieste accessorie per le famiglie. 
Se vi sono carenze, scarsità di risorse, assenze di docenti o altro personale si tratta di problematiche che devono essere risolte dalla scuola. 

In nessun caso esse devono limitare la partecipazione di alcuni alunni


Le famiglie, di fronte ad eventuali richieste di questo tipo, possono dissentire, ignorare o rifiutare, fino a diffidare formalmente i soggetti dai quali provengono. 


In caso di richieste reiterare ed eventuali atteggiamenti non consoni possono rivolgersi agli uffici scolastici e segnalare questo evidente e sgradevole abuso.

Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:

 Per ulteriori informazioni al riguardo contattare il 


 340 50 688 73


venerdì 24 novembre 2017

Insieme alle Società Pedagogiche, per migliorare l'inclusione scolastica



A quarant’anni dalla sua emanazione, la Legge 517/77 continua ad essere una "pietra miliare" della nostra legislazione, rappresentando una disposizione che ha segnato una svolta profonda per il diritto allo studio di tutti e che ha formalizzato la volontà di costruire e garantire l’inclusione scolastica anche per le persone con diverse disabilità.
Ma a quarantanni di distanza quel percorso appare ancora incompleto e discontinuo e, malgrado il recente Decreto Legislativo 66/17 sull'inclusione, attuativo della Legge 107/15 (cosiddetta La Buona Scuola) conserva dei coni d’ombra importanti.

Nel sistema attuale notiamo i seguenti punti deboli:

- la carente e insufficiente formazione specifica di molti insegnanti specializzati; - la diffusa impreparazione dei docenti curricolari, del personale ATA (Ausiliario Tecnico Amministrativo) e del contesto scolastico nei confronti degli allievi con disabilità. 
A ciò si aggiunga l’ormai consolidata e "perversa" delega al solo docente per il sostegno degli stessi alunni e studenti con disabilità.
Occorrerebbe invece promuovere finalmente un’adeguata e specifica azione formativa di massa di tutto il personale scolastico e non solo dei docenti specializzati. 

I focus sono la Didattica Inclusiva e la Pedagogia Speciale, una reale continuità didattica, che passi però da un piano serio e strutturale di assunzione dei docenti di sostegno, con un loro definitivo transito nell'organico di diritto.


In tal senso, è condivisibile in toto quanto evidenziato in una nota prodotta congiuntamente il 30 ottobre scorso dalla Consulta delle Società Pedagogiche, composta da SIRD (Società Italiana di Ricerca Didattica), SIPES (Società Italiana di Pedagogia Speciale) e SIREM (Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale), ove si sottolinea la necessità che nel primo ambito dell’Allegato A del recente D.M. 616/2017, sulla formazione degli insegnanti, la Pedagogia Speciale e la Didattica dell’inclusione trovino spazio adeguato e dignitosa collocazione, nel rispetto delle proprie specificità epistemologiche e, come tutte le discipline dei nostri settori, vengano proposte, curate e insegnate, in ambito universitario, da docenti competenti, al fine di formare insegnanti che possano anche accedere al concorso per i corsi di specializzazione sul "sostegno didattico".

Con queste riflessioni, tuttavia, si vuole ribadire con forza che non basta solo un’adeguata formazione universitaria specifica sulla Didattica Inclusiva e sulla Pedagogia Speciale dei docenti per il sostegno e curricolari, ma, soprattutto, è indispensabile realizzare contesti "flessibili" dotati di ambienti, strumenti e materiali resi accessibili anche grazie alla presenza costante di figure educative di riferimento.
Proprio per tale motivo, la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), insieme ai suoi Enti collegati, riuniti nel NIS (Network per l’Inclusione Scolastica), ha ultimamente elaborato una proposta formativa basata su Master Universitari di Primo e Secondo Livello, per fornire un’efficace ed appropriata preparazione rispettivamente agli assistenti alla comunicazione e ai pedagogisti esperti in Scienze Tiflologiche.


Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:

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domenica 19 novembre 2017

Il parere del CNB sulle malattie mentali


Quali sono le prospettive che si aprono dopo la recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari? 

E ancora, su cosa bisogna puntare per migliorare l’assistenza psichiatrica del territorio? 
Per rispondere a queste domande, da una prospettiva che analizza esclusivamente le questioni bioetiche, il Comitato Nazionale di Biotetica (Cnb) ha redatto un documento ad hoc. 
Grazie al confronto tra teoria e pratica, così come dalle voci delle Associazioni di pazienti e familiari, emerge un elenco di priorità per un sistema di cura più efficace e rispettoso dei diritti delle persone con malattie mentali. 


IL DOCUMENTO INTEGRALE
“Promuovere una cura della persona con malattia mentale orientata alla maggiore autonomia possibile”. 


È partendo da questo presupposto che il Comitato Nazionale di Biotetica (Cnb), ha redatto il documento “La cura delle persone con malattia mentali:alcuni problemi bioetici”.
Quaranta pagine in cui gli esperti esaminano, dal punto di vista bioetico, le criticità dell’assistenza psichiatrica territoriale e le prospettive che si aprono con la recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg). 

L'orientamento attualmente espresso offre una continuità rispetto ai precedenti pareri dedicati dal Cnb al tema della salute mentale. 

La questione è qui ripresa alla luce di importanti documenti internazionali, come la Dichiarazione di Helsinki sulla Salute mentale del 2005 e la Convenzione Onu sui Diritti delle persone con disabilità del 2007, ma in base ad analisi, commenti e risoluzioni che, sempre a livello internazionale, evidenziano le criticità nella concreta realizzazione dei diritti enunciati.
Il Cnb, come si legge nel documento "prende in esame dal punto di vista bioetico le criticità che emergono da diverse ricerche condotte sullo stato attuale dell'assistenza psichiatrica sul territorio, criticità che gravano sulle vite delle persone con malattie mentali e dei loro familiari, e che sono denunciate con forza alle istituzioni da società scientifiche, come la Società Italiana di Psichiatria, e da associazioni di pazienti e familiari di pazienti, come l'Unasam (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale)”.
La prospettiva bioetica da cui muove l’analisi è quella di una cura delle persone con malattie mentali che integri la “cure”, centrata sulle componenti neurobiologiche alla base della malattia, e la “care”, il “prendersi cura” della sofferenza, della soggettività e dei bisogni della persona.
La definizione di malattie mentali da cui parte il Cnb, come specificato nelle premesse del documento “è quella della Associazione Psichiatrica Americana, che le qualifica come alterazioni della sfera cognitiva, emotiva o comportamentale (o di una combinazione di questi campi), che comportano sofferenza e/o problemi nelle abilità di interazione sociale, lavorative o relazionali della persona. All'interno delle classificazione suddette, possiamo riscontrare disturbi di diversa gravità, con differenze significative, sia nel grado di sofferenza che nei riflessi sulle capacità di interazione sociale della persona”.

Per il Cnb “vi è una distanza ancora da colmare tra il modello ideale di cura della persona con malattia mentale che emerge in tutta la sua centralità, anche dai Piani di azione sulla salute mentale, proposti dall’Organizzazione Mondiale della Salute a diversi livelli, e la concretezza della prassi”. 

Il parere analizza sia l’uno che l’altro livello.
Dal punto di vista teorico il Cnb ha esaminato i riferimenti, le dichiarazioni, le convenzioni e i piani internazionali, analizzando anche le misure di protezione giuridica previste dall'ordinamento giuridico italiano a tutela delle persone con malattie mentali.
A livello pratico, il Parere del Cnb si è soffermato sugli studi compiuti in Italia sul sistema di salute mentale, sia sui servizi per pazienti in fase acuta, che sulle strutture residenziali e sui presidi territoriali.
Da queste analisi, dal confronto tra teoria e pratica, così come dalle voci delle Associazioni di pazienti e familiari, emerge un elenco di priorità per un sistema di cura più efficace e rispettoso dei diritti delle persone con malattie mentali.
La prima necessità elencata è quella di superare la variabilità esistente nell'approccio dei servizi. 

Poi, bisognerebbe aumentare la capacità delle strutture residenziali di dimettere i pazienti e di farli rientrare a casa. 
Il Cnb ritiene utile anche individuare degli indici di qualità dei servizi. 
Tra i più importanti ostacoli al reinserimento è stata evidenziata la carenza di interventi sul piano sociale e, di conseguenza, proposto un incremento di tali iniziative. 

Ancora, è necessario verificare l'appropriatezza dell'intervento farmacologico. Il diritto dei malati a una diagnosi tempestiva ed incrementare la presa in carico dei soggetti in età evolutiva deve diventare un diritto concreto.
Sulla chiusura degli Opg e il nuovo sistema di trattamento, previsto dalla legge n. 81 del 2014, per gli autori di reato ritenuti incapaci di intendere e volere al momento del fatto e perciò prosciolti, il documento esprime “apprezzamento per i principi che stanno alla base del nuovo sistema e dell'istituzione delle Rems”. 

In particolare, si raccomanda che “sia rispettata l'ispirazione della legge che prevede progetti individuali riabilitativi sul territorio per i prosciolti come regola, laddove l'esecuzione della misura detentiva nelle Rems va considerata quale eccezione a cui si può ricorrere quando non esistano valide alternative che garantiscano adeguate prospettive terapeutiche. 

Ciò comporta un forte impegno dei servizi territoriali nella presa in carico delle persone prosciolte”.
E sul permanere di ritardi, carenze nell'assistenza e sulle discriminazioni, il Cnb, per migliorare le condizioni di vita delle persone con malattie mentali, propone di avviare e sostenere campagne di comunicazione sociale, sviluppare l‟integrazione di “cure” e di “care” nel rispetto dei principi delletre E (Etica, Evidenza, Esperienza), istituire un sistema di valutazione della qualità delle prestazioni dei servizi. Evidenziata anche l necessità di promuovere la ricerca, sia sul piano farmacologico che su quello psico- sociale. Il Cnb invita anche ad evitare le diseguaglianze fra le diverse regioni, assicurando a tutti coloro che vivono nel nostro Paese gli stessi standard di cura delle malattie mentali.
Il comitato si è anche espresso sulla necessità di raggiungere gli standard di spesa dei più avanzati paesi europei, contrastando il decremento del' organico dei servizi territoriali. 


Le le famiglie delle persone con malattie mentali vanno sostenute, i servizi psichiatrici e l'intera rete dei servizi sociosanitari del territorio vanno potenziati.
Per quanto riguarda gli operatori del settore il Cnb propone di attivare percorsi di formazione continua. 

La salute mentale in età infantile e adolescenziale andrebbe promossa con una maggiore attenzione. 
Necessario anche monitorare l'attuazione del nuovo sistema di trattamento dopo la chiusura degli Opg e garantire la realizzazione dei diritti delle persone con malattie mentali, nel rispetto della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, con particolare riguardo alla libertà, all‟uguaglianza di fronte alla legge, all‟inclusione sociale.


Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:

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giovedì 16 novembre 2017

Lo Stato sociale spiegato agli italiani





Alla base dei moderni stati di diritto, fondati sul criterio di uguaglianza sociale, troviamo il cosiddetto “Stato sociale”. 


Per Stato sociale, si intende un sistema basato su una serie di soluzioni, messe in atto dallo Stato, che hanno la finalità di rendere possibile a tutti gli effetti l’uguaglianza tra gli esseri umani, al fine di non creare quella che oggi viene definita forbice sociale o economica.


Attualmente, e da diversi anni, lo Stato sociale è stato soppiantato da uno Stato autoritario palese, che rende sì gli esseri umani uguali gli uni agli altri, ma in senso opposto: in special modo per ciò che concerne la classe media e la classe di cittadini in stato di povertà, si sta procedendo certamente verso un sistema di uguaglianza che, però, non ha effetti positivi quanto degenerativi dei diritti fondamentali e inalienabili che sono alla fonte dei sistemi a regime democratico. Si può giocare molto sul termine “uguaglianza sociale” se poi non si spiega alla popolazione che l’uguaglianza in senso positivo, presuppone sostegni che, invece, sono costantemente negati.
Nel nostro paese, così come in molte altre nazioni europee o extraeuropee, dall'avvento della crisi economica mondiale, non accade altro che lo sfaldamento distruttivo del fondamento del criterio di democrazia. 


Quando lo Stato sociale viene a mancare, ecco che si perde del tutto la manifestazione concreta del sistema a regime democratico.

I criteri contenuti nello Stato sociale sono, infatti, tutti quelli di cui oggi non abbiamo più alcuna garanzia: assistenza sanitaria, diritto all’istruzione, diritto alla pensione, assistenza agli invalidi, assistenza agli anziani, ma anche difesa dell’ambiente e sostegno economico ai disoccupati.
Ognuno di questi comparti sociali, sono stati resi inaccessibili alla popolazione.
Il diritto all'assistenza sanitaria è stato distrutto rendendo impossibile l’accesso alle cure, in favore del sistema sanitario privato, notoriamente in mano a molti esponenti della politica. 


Si vocifera che, le interminabili liste di attesa per effettuare una TAC, un Holter o altre tipologie di analisi strumentali, siano richieste proprio dai governi in carica che, in tal modo, agevolano la sanità privata

Purtroppo, chi lavora nel sistema sanitario non accetta di render note queste aberrazioni. 


Le racconta, ma non ci mette la faccia. Di conseguenza, si può solo dire che “si vocifera che”…

Per ciò che riguarda il diritto all'istruzione, ecco che un altro fondamento delle nazioni a regime democratico e con un sistema di Stato sociale viene negato. 

I finanziamenti al comparto della scuola pubblica da anni vengono tagliati. 

Di contro, da anni viene generosamente foraggiato il comparto della scuola paritaria.

Già solo su queste due aberrazioni, possiamo parlare di sistema autoritario e non applicazione di due articoli fondamentali della nostra costituzione: l’art. 32 in materia di diritto alla salute e l’art. 34 sul diritto allo studio.
Per rendere maggiormente comprensibile il criterio di diritto fondamentale sancito dalla nostra Costituzione, ecco di seguito cosa recitano i due articoli sopra citati:

Art. 32 Diritto alla salute.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. 


La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.


Art. 34 La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. 


La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.


Al di là della non applicazione dei due criteri sopra elencati, a suon di tagli ai finanziamenti dei relativi comparti, si noti come, oltretutto, sia bastata una riforma sanitaria che rende obbligatoria la vaccinazione multipla, per togliere qualsiasi dubbio sull'ipotetica applicazione di due diritti inalienabili e sanciti dalle carte internazionali sui diritti umani: negare l'accesso alla scuola ai bimbi non vaccinati, è incostituzionale. 


Lo dice la Costituzione, non è un'opinione personale. 

Proseguendo oltre nella non applicazione dei criteri relativi allo Stato sociale, non si può non sollevare la questione che concerne disabili e anziani. 

Inutile ripetere ciò che tutti osserviamo ogni giorno. 
I disabili subiscono quotidianamente la negazione quasi totale di ogni diritto, sia esso alle cure sia applicato alla cancellazione delle barriere architettoniche. 

Anzi, sembra proprio che il sistema in cui viviamo faccia di tutto per creare barriere architettoniche a chi è costretto su una sedia a rotelle o addirittura, allettato a vita.

E che dire della vita dei milioni di anziani che popolano il nostro paese, notoriamente tra quelli col più elevato indice di cittadini in età avanzata? 


Una larga fetta della popolazione over 65 è costretta a dover decidere se mangiare, pagare le bollette o curarsi. Privatamente, ovvio.

Se poi si riflette sulla condizione dei disoccupati, si potrebbe scrivere un saggio. I fortunati che hanno uno straccio di lavoro, non sempre hanno conseguentemente i diritti contenuti nel criterio stesso di “persona che lavora”. Salari al minimo storico, contratti che, anche, se a tempo indeterminato, non garantiscono il futuro del lavoratore, a causa di nuove clausole rese possibili dalla recente introduzione del Jobs Act.
Ogni giorno aumenta la percentuale di persone disoccupate e lo Stato non solo non le sostiene economicamente, ma anzi, attraverso un sistema fiscale impietoso e disumano, può distruggere per sempre l’esistenza di intere famiglie, imponendo loro di avere, come priorità assoluta, il pagamento di cartelle esattoriali piuttosto che la sopravvivenza. 


Si noti anche come, da anni, il sistema fiscale che si avvale di enti quali ad esempio Equitalia, sottometta i contribuenti al pagamento di cartelle che, spesso, non dovrebbero essere pagate.

Tutto ciò, in totale negazione di un altro articolo della nostra Costituzione, il 53, che recita:

Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

“In ragione della loro capacità contributiva” non in ragione di ciò che lo Stato impone alla popolazione senza badare alla reale capacità contributiva.
Basterebbe camminare con una copia della Costituzione italiana in tasca, da esibire a ogni richiesta aberrante, per ottenere giustizia


Se lo facessimo tutti, vivremmo in un sistema paese del tutto diverso da quello attuale.

Ciò che appare comunque inaccettabile, è che la popolazione – la maggior parte di essa – appare totalmente a digiuno per ciò che riguarda la conoscenza e la consapevolezza dei propri diritti inalienabili. 


In qualche modo l’ignoranza (ignorare i propri diritti), ha reso possibile la distruzione dello Stato sociale e la creazione di un vero regime dittatoriale, che non necessita di azioni plateali per affermarsi: basta la non applicazione della Costituzione e dei criteri che stabiliscono se uno stato è basato o meno sul criterio di Stato sociale e quindi assistenziale.

Attenzione poi a non cadere nella trappola della “crisi economica mondiale” che ormai è utilizzata dal mondo della politica per far ingoiare al popolo rospi sempre più grandi. 
Se le ragioni fossero di origine economica, se le casse dello Stato fossero davvero vuote, non potrebbero esistere sprechi, malaffare, corruzione, agevolazioni, ruberie e tutto ciò che accade da decenni negli ambienti della politica. 

Invece, le casse dello Stato sono una risorsa ricchissima, alimentata dalle tasche di circa 45 milioni di contribuenti, che ogni anno versano circa 1000 miliardi di euro. 

Poi però, lo Stato italiano spendaccione, ne spende di più, non certo per sostenere la popolazione, come è noto.

Hanno fottuto il popolo dando piccole dosi di veleno ogni giorno


Ciò non ha reso immuni dalla morte: ha reso possibile morire restando in vita. La peggiore condizione che si possa creare ai danni degli esseri umani.

Uscire da questa trappola sarebbe ancora possibile, ma, senza coesione sociale, senza capacità critica collettiva, senza la conoscenza approfondita dei diritti inalienabili dei cittadini, non sarà possibile alcun tentativo di ribaltare una situazione che, è palese, sarà sempre peggiore. 


Un giorno, ne sono certa, ricorderemo con nostalgia questi giorni. 

Diremo tutti: “Come si stava bene nel 2017, bei tempi”...Ma nessuno che pensi, oggi, a fare qualcosa di concreto per non doverlo nemmeno immaginare.
I metodi ci sono, manca la coesione sociale. 

E’ così che è andato a ramengo lo Stato sociale: per mancanza di cittadinanza coesa. Un abuso contro se stessi.

Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:

 Per ulteriori informazioni al riguardo contattare il 
 340 50 688 73