“Il #Dopo di noi, il #terzosettore, l’ #autismo sono le leggi più belle dei
#millegiorni. Ascoltare oggi a Brescia la storia di 88 ragazzi della casa
Anfass dedicata all’autismo mi ha commosso. Un abbraccio a loro e alle loro
famiglie. Andiamo avanti, avanti insieme #trenoPd. “
Passiamo appresso verrebbe da dire al segretario del PD Matteo Renzi che così
twittava ieri l’altro allegando al tweet foto, baci e strette di mano.
Entusiasmo scrosciante, neppure l’avesse appena finita di costruire lui quella
casa famiglia pensata per ragazzi disabili.
E infatti quella struttura, il
Centro Francesco Faroni, è lì dal lontano 2010, quando il segretario Pd ancora
era lontano da ascese e discese capitoline. Eppure la politica fa miracoli,
mette e toglie, neanche fosse una scuola di prestigitaazione.
E’ il caso strano, quanto triste, del “Dopo di Noi”, una legge, la 112 del
2016, tanto bella quanto discussa e alla quale anche stavolta la politica
toglie dopo aver messo.
A sparire stavolta nel marasma delle voci contenute
nella legge di bilancio sono circa 10 milioni di euro a valere sui fondi 2018 e
2019, cinque per ciascuno.
A insorgere contro la scelta, però, non sono stati membri delle opposizioni ma
Senatori dello stesso schieramento del Pd che hanno presentato diversi
emendamenti, tra cui appunto uno dedicato al rifinanziamento della legge “in
materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive del
sostegno familiare (art.3 comma 1 L. 22 giugno 2016 n.112)”.
PARENTE (PD): “CI ASPETTIAMO UN INTERVENTO DA PARTE DEL PARLAMENTO”.
Tra i firmatari la Senatrice Annamaria Parente, relatrice proprio del testo sul
Dopo di Noi, che ora si augura che “il Parlamento possa fare una scelta sensata
che miri a tutelare le persone che si trovano a vivere una maggior situazione
di disagio.” Le sue parole arrivano sincere a pochi minuti dalla conclusione a
Roma di una conferenza tenutasi nel pomeriggio di ieri sul nuovo bando
“Patrimoni solidali”, lanciato dalla Regione Lazio e che rientra appunto tra le
azioni di gestione dei fondi previste dalla 112 per favorire il Dopo di Noi.
La speranza è ora che il Parlamento appunto faccia dietrofront e riassegni i
dieci milioni. Questi si andrebbero a sommare alla già pur scarsa dotazione di
56,1 milioni di euro previsti sulle singole annualità.
QUEI DATI CHE MANCANO ALL’APPELLO, IL PARADOSSO DELLA BASILICATA.
Cifre che fanno sorridere se si pensa che in realtà in Italia una stima precisa
delle persone con disabilità gravi neppure esiste.
Le stime parlano di circa 2
milioni di persone ma un dato certo non c’è e, sottolineano diverse organizzazioni,
non esiste neppure una valutazione “qualitativa” che faccia chiarezza sulla
diversificazione degli interventi di supporto necessari per una persona con
sindrome di autismo di 50 anni rispetto ad una con sindrome di Down di 15 anni.
Insomma capire come e quanto incidano questi milioni di euro, pari a circa 400
euro l’anno per ogni singola persona disabile ovvero 1,12 euro al giorno,
risulta quantomeno diffiicile.
Ma su questo la Senatrice Parente è chiara e netta: “L’idea con la quale è nata
questa Legge è stata quella di aprire una strada fatta anche di diverse
opportunità per far si che l’azione di welfare statale inneschi dei processi di
welfare di comunità”.
E in effetti sono numerosi gli strumenti che seguono
questa linea: si va dai trust ai fondi vincolati, sino alle agevolazioni
fiscali e alle assicurazioni fino a 750 euro.
Strumenti che dovrebbero favorire le famiglie con maggiore capacità economica a
progettare il futuro dei propri figli contribuendo al tempo stesso, avvalendosi
appunto del fondo Dopo di Noi, a creare ad esempio una casa-famiglia in grado
di accogliere anche soggetti con inferiore capacità economica.
Il tutto a favore di una deistituzionalizzazione che spinga verso una cultura
del co-housign da contrapporre alla vita da istituto.
Vero è pure che, secondo il testo del provvedimento, le strutture di nuova
generazione finanziate dal Fondo devono riprodurre il più possibile l’ambiente
familiare anche quando il sostegno necessario è molto elevato.
Tradotto vuol
dire che anche alla persona disabile che necessiti di supporti vitali intensivi
o medici va garantita la desisitutizonalizzazione.
Tutto meraviglioso, ma come
farà la Basilicata con i suoi 383mila euro del 2017 ad assicurare tutto questo?
O la Valle D’Aosta con i suoi 76.600 euro?
Con gli stessi fondi, infatti, le
Regioni dovrebbero anche favorire prima ancora che il “Dopo di Noi” anche il
“Durante Noi”, quei percorsi cioè immaginati per accompagnare il disabile grave
ad abituarsi ad una dimensione di vita lontana dal nucleo familiare di origine.
Ma come si fa?
E non è certo questa l’unica domanda a cui i genitori di persone disabili non
vogliono lasciare ai posteri l’ardua risposta.
In molti si chiedono perché, ad
esempio, la legge indichi il co-housing come azione di mutuo aiuto tra persone
disabili ma non preveda soluzioni “miste” con persone “normodotate” che ad oggi
rappresentano le sperimentazioni migliori in tema di sviluppo
dell’autosuficcienza.
LA PAROLA ALLE REGIONI.
Intanto ci si consola con il lavoro delle Regioni a cui viene demandata,
assieme ai Comuni e ai distretti socio-sanitari, l’erogazione del Fondo che per
il 2017 sembra essere quasi a regime pieno.
Dal Lazio alle Marche iniziano ad
arrivare i primi bandi e qualcosa si muove anche se come ribadisce l’onorevole
Parente “E’ importante far conoscere a fondo gli strumenti che sono stati messi
a disposizione. Nasce da qui l’idea di creare il Comitato Officine per il Dopo
di Noi che si propone di diffondere il cambio culturale che questo
provvedimento vuole imprimere”.
E se diffondere gli strumenti è importante
ancor di più è controllare che i già esigui fondi siano spesi bene.
NON AUTOSUFFICIENZA, “SE ATENE PIANGE SPARTA NON RIDE”.
E se per il Dopo di Noi non c’è da sorridere meglio non va osservando il fondo
per la Non Autosufficienza che anche quest’anno, sempre in virtù della manovra
fiscale, dovrà incontrarsi o meglio scontrarsi sul tavolo Stato – Regioni dove
potrà subire un riduzione di circa un terzo, pari a circa 150 milioni sui 450
disponibili.
Insomma per chi aspettava una legge quadro per dormire sonni tranquilli in
attesa del sonno eterno la delusione è tanta.
E nonostante l’impegno di diversi
politici, i senatori del Pd in primis che si batteranno per strappare quei 10
milioni in più, l’idea di molti genitori porta con sé l’unico pensiero che un
essere umano può formulare contro natura: sperare di sopravvivere ai propri
figli.
Cliccando
sul seguente link, potrete visionare una delle tante azioni che l'Associazione
"Contro le Barriere" svolge per sensibilizzare la cittadinanza ed
indurre gli Enti pubblici e/o privati a rispettare le leggi che tutelano le
persone con disabilità:
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