Il tema scelto quest’anno dalle Nazioni Unite per l’imminente Giornata
Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre (Trasformazione
verso una società sostenibile e resiliente per tutti) è conseguente a quello
del 2016 (Realizziamo i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, per il futuro che
vogliamo).
Anche quest’anno, nel sito delle Nazioni Unite dedicato alla
disabilità, è ancora l’Agenda 2030 a farla da protagonista, nella parte in cui
si spiegano le ragioni per cui si è scelto il tema Trasformazione verso una
società sostenibile e resiliente per tutti.
L’Agenda 2030 si impegna a “non lasciare nessuno indietro” e le persone con
disabilità, sia come beneficiari che come agenti di cambiamento, devono far
parte del processo che porta a uno sviluppo inclusivo e sostenibile,
promuovendo una società resiliente per tutti, anche e non solo nel contesto
della riduzione del rischio di catastrofi, dell’azione umanitaria e dello
sviluppo urbano. I Governi, le persone con disabilità e le loro organizzazioni
rappresentative, le istituzioni accademiche e il settore privato devono
lavorare come “squadra” per portare a compimento gli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile.
"Beneficiari, ma anche agenti di cambiamento": forse è questo il passaggio degno
di maggiore attenzione, tra gli altri princìpi, naturalmente del tutto validi
anche in questo nuovo 3 Dicembre, a più di venticinque anni, ormai, da quella
Risoluzione n. 47/3 delle Nazioni Unite che il 14 ottobre 1992 istituì per
questa data la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che nel
1993, in base a un accordo tra la Commissione Europea e le stesse Nazioni
Unite, sarebbe diventata anche Giornata Europea.
Non resta quindi che continuare a impegnarsi sulla strada della concretezza,
giorno dopo giorno, e a lavorare per far sì che quei 175 Stati che ad oggi
hanno ratificato la Convenzione ONU, un numero davvero notevole, per quella
che è stata la prima Convenzione delle Nazioni Unite nel nuovo millennio, comprendano sino in fondo che quell’atto non è stata solamente una “bella
formalità”, comportando bensì precisi obblighi di legge, da rispettare e far
rispettare in ogni suo articolo.
A partire dal nostro Paese, bravo a ratificare
la Convenzione per tempo, in marzo saranno già passati nove anni dalla Legge
18/09, ma, non altrettanto bravo ad applicarne le disposizioni in ogni suo
territorio.
In merito a Taranto:
Nessun commento:
Posta un commento