domenica 3 dicembre 2017

Continuare giorno dopo giorno, sulla strada della concretezza


Il tema scelto quest’anno dalle Nazioni Unite per l’imminente Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità del 3 Dicembre (Trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti) è conseguente a quello del 2016 (Realizziamo i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, per il futuro che vogliamo).
Anche quest’anno, nel sito delle Nazioni Unite dedicato alla disabilità, è ancora l’Agenda 2030 a farla da protagonista, nella parte in cui si spiegano le ragioni per cui si è scelto il tema Trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti. 
L’Agenda 2030 si impegna a “non lasciare nessuno indietro” e le persone con disabilità, sia come beneficiari che come agenti di cambiamento, devono far parte del processo che porta a uno sviluppo inclusivo e sostenibile, promuovendo una società resiliente per tutti, anche e non solo nel contesto della riduzione del rischio di catastrofi, dell’azione umanitaria e dello sviluppo urbano. I Governi, le persone con disabilità e le loro organizzazioni rappresentative, le istituzioni accademiche e il settore privato devono lavorare come “squadra” per portare a compimento gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.

"Beneficiari, ma anche agenti di cambiamento": forse è questo il passaggio degno di maggiore attenzione, tra gli altri princìpi, naturalmente del tutto validi anche in questo nuovo 3 Dicembre, a più di venticinque anni, ormai, da quella Risoluzione n. 47/3 delle Nazioni Unite che il 14 ottobre 1992 istituì per questa data la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, che nel 1993, in base a un accordo tra la Commissione Europea e le stesse Nazioni Unite, sarebbe diventata anche Giornata Europea.

Non resta quindi che continuare a impegnarsi sulla strada della concretezza, giorno dopo giorno, e a lavorare per far sì che quei 175 Stati che ad oggi hanno ratificato la Convenzione ONU, un numero davvero notevole, per quella che è stata la prima Convenzione delle Nazioni Unite nel nuovo millennio, comprendano sino in fondo che quell’atto non è stata solamente una “bella formalità”, comportando bensì precisi obblighi di legge, da rispettare e far rispettare in ogni suo articolo. 
A partire dal nostro Paese, bravo a ratificare la Convenzione per tempo, in marzo saranno già passati nove anni dalla Legge 18/09, ma, non altrettanto bravo ad applicarne le disposizioni in ogni suo territorio.

In merito a Taranto:  




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