Il 12 aprile a Roma si è tenuto un convegno "Il nuovo approccio integrato della società italiana di psichiatria:
presentazione ufficiale della Carta della Salute Mentale".
L'Organizzazione
Mondiale della Sanità ha predisposto un Piano d'azione globale per la salute
mentale 2013-2020, rivolto a tutti gli Stati membri.
Considerando l'attuale
situazione italiana in tema di gestione della salute mentale, oggi ritenuta di
"emergenza", la Società Italiana di Psichiatria in collaborazione
con la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle
Aziende Sanitarie, al Coordinamento Toscano delle Associazioni per la Salute
Mentale e alla Fondazione Progetto Itaca Onlus, ha elaborato la "Carta
della Salute Mentale".
Secondo gli obiettivi indicati dall'Oms
in tema di gestione della salute mentale, la Società Italiana di Psichiatria
ha fortemente voluto la costituzione di un gruppo di lavoro, che ha visto la
partecipazione di società scientifiche coinvolte e associazioni di pazienti e
familiari, per elaborare quelle che sono le esigenze prioritarie per rendere
migliore possibile la qualità di vita dei pazienti affetti da disturbi
mentali.
In Italia l'interesse verso la gestione di questi pazienti sembra
essere scesa e così tanto che ci troviamo attualmente in una situazione che
definiamo di "emergenza" da un punto di vista clinico-gestionale, sociale ed economica.
Infatti, mancano delle opportune verifiche
sul raggiungimento degli obiettivi delle ultime iniziative ministeriali, a
garanzia dell'applicazione dei Lea e di standard di qualità, confrontabili con
l'assistenza psichiatrica in tutte le Regioni. Con la Carta della Salute Mentale
speriamo che siano definite una volta per tutte le risorse e le modalità a
tutela vera dei pazienti.
Il Convegno e' stata anche l'occasione per presentare i dati di una recente
ricerca del Eehta del Ceis e dell'Università di Roma "Tor Vergata" realizzata
analizzando l'impatto economico e finanziario della schizofrenia (uno tra i
disturbi mentali più gravi) sia sul sistema previdenziale e sociale (costi
indiretti) che sanitario (costi diretti).
In Italia 300 mila persone sono
colpite dalla schizofrenia. Dallo studio emerge un peso economico pari a circa
il 2,3% dell'intera spesa sanitaria nazionale. Si stima, infatti, che l'impatto
economico e sociale della schizofrenia ammonti a quasi 2,7 miliardi di euro
annui, divisi equamente tra costi diretti e indiretti, questi ultimi dovuti
principalmente alle pensioni di inabilità, alla perdita di produttività e
all'assistenza dei famigliari.
Adottando un modello gestionale basato
sull'approccio diagnostico terapeutico è possibile ottenere un risparmio
immediato, già dopo un anno, di 12 milioni di euro che potrebbero salire fino
a 90 milioni nei successivi cinque anni.
Visto quindi il peso economico e
sociale delle malattie mentali e della schizofrenia in particolare, sarebbe
auspicabile un supporto economico e finanziario aggiuntivo pubblico, per
sostenere la cura e la prevenzione di queste patologie.
Il Coordinamento Toscano delle Associazioni per la Salute Mentale che opera
da oltre 20 anni ed a cui aderiscono 50 associazioni di familiari e di utenti è
impegnato nella lotta allo stigma e nell'integrazione
sociale, lavorativa e abitativa di queste persone.
Nonostante sia stato fatto
molto relativamente alla Salute Mentale molto rimane ancora da fare.
La Carta
della Salute Mentale riassume tutte le richieste che da anni rivendica il Coordinamento citato, e, può essere di
buon auspicio il fatto che sia stata elaborata a livello nazionale in accordo
tra professionisti e associazioni che finalmente sono uniti con un unico
obiettivo che è quello di promuovere il benessere delle persone con disagio
mentale.
Si augura che la stessa sia un ulteriore richiamo
al Ministero della Salute affinchè verifichi l'applicazione di quanto previsto
dalle leggi vigenti in materia di salute mentali.
Infine
migliorando la qualità dei servizi si ottiene un grande risparmio economico e,
soprattutto, una migliore qualità di vita.
Di seguito riassunti i 12 punti della Carta della Salute Mentale:
2. La realizzazione di iniziative ministeriali e del coordinamento delle
Regioni, che garantiscano standard di qualità confrontabili dell'assistenza
psichiatrica in tutte le Regioni;
3. Lo stanziamento di un fondo destinato all'assistenza psichiatrica (pari ad
almeno il 6% del Fondo Sanitario Nazionale);
4. La definizione di Pdta condivisi e integrati con i Piani di trattamento
individuale (Pti) ed i Progetti terapeutico riabilitativi personalizzati (Ptpr)
in collaborazione con le Associazioni;
5. Un maggior coinvolgimento delle farmacie ospedaliere e territoriali nel
monitoraggio di farmacovigilanza e dell'aderenza terapeutica;
6. Lo sviluppo ed il supporto in tutte le Regioni di alternative alle strutture
psichiatriche con assistenza permanente, quali il co-housing;
7. L'assunzione di personale qualificato e stabile;
8. Lo stanziamento di fondi in favore di progetti di ricerca in ambito
neuropsicofarmacologico;
9. L'adozione di una strutturata campagna di prevenzione per raggiungere i
soggetti a rischio;
10. L'educazione contro lo stigma delle malattie mentali;
11. L'implementazione delle Rems e soluzioni alternative;
12. La ricostituzione di un tavolo di lavoro interministeriale ed
interregionale che definisca e monitori politiche in tema di reintegrazione
graduale dei pazienti nel contesto lavorativo e supervisioni l'implementazione
delle attività di miglioramento dell'assistenza psichiatrica su tutto il
territorio nazionale, conclude la Società Italiana di Psichiatria.
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