Parte da Valdobbiadene un piano per rendere non solo il paesaggio
pubblico ma anche le cantine private prive di barriere architettoniche.
Un
progetto cui il sindaco Luciano Fregonese crede moltissimo, che sta sviluppando
anche in collaborazione con l'associazione delle Città europee del vino e
presenterà il prossimo 9 maggio in un convegno al Cerletti di Conegliano.
«Stiamo lavorando molto sulla sostenibilità e sull'abbattimento dei vincoli
architettonici. Il turismo del vino deve diventare un turismo inclusivo».
Se in
Italia infatti i possibili fruitori del turismo accessibile sono circa 6
milioni, il parco europeo arriva a 127 milioni con un potenziale di spesa annuale
intorno ai 68 miliardi di euro. «Per intervenire è fondamentale lavorare sul
Peba (piano di abbattimento delle barriere architettoniche) - prosegue
Fregonese - ed è qui che il processo partecipativo diventa fondamentale. Mai
come sull'abbattimento dei limiti fisici degli edifici è fondamentale sentire
le associazioni di portatori di handicap».
Del potenziale di un turismo altro,
che muta con il generale invecchiamento della popolazioni, si sono accorti
anche i produttori privati che nel novembre 2014 hanno fatto partire il
progetto Cantine senza barriere.
L'associazione è nata dell'esperienza
decennale dei soci fondatori nei settori della disabilità, della comunicazione
e della progettazione per superare barriere di tipo fisico, sensoriale e
cognitivo, ed è in grado di organizzare incontri e conferenze specifiche di
carattere formativo e culturale per il conseguimento delle finalità inclusive
con la partecipazione di piccole medie imprese, fornitori ed operatori del
settore.
Le aziende possono richiedere dei sopralluoghi per poi elaborare
progetti e soluzioni di accessibilità con la certificazione finale. «Abbiamo
anticipato questo progetto a Vinitaly - conferma Fregonese - e c'è moltissimo
interesse. Siamo ancora in fase di studio, però ritengo che questo lavoro
parallelo tra pubblico e privato sulle colline del prosecco possa dare ottimi
risultati». Questa, in Altamarca, la nuova frontiera: un turismo con meno
barriere, un'ottima predisposizione alla filosofia slow garantita
dall'enogastronomia, e una capacità di spesa in genere superiore. «Teniamo
conto che oggi il flusso abbraccia circa 10 mesi, rispetto ai 3 mesi del
quinquennio precedente - chiude il sindaco - per questo bisogna spingere
sull'acceleratore. Ma anche per far passare un messaggio di inclusione e
accoglienza».
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