Quali sono le prospettive che si aprono dopo la recente chiusura degli Ospedali
Psichiatrici Giudiziari?
E ancora, su cosa bisogna puntare per migliorare
l’assistenza psichiatrica del territorio?
Per rispondere a queste domande, da
una prospettiva che analizza esclusivamente le questioni bioetiche, il Comitato
Nazionale di Biotetica (Cnb) ha redatto un documento ad hoc.
Grazie al
confronto tra teoria e pratica, così come dalle voci delle Associazioni di
pazienti e familiari, emerge un elenco di priorità per un sistema di cura più
efficace e rispettoso dei diritti delle persone con malattie mentali.
IL
DOCUMENTO INTEGRALE
“Promuovere una cura della persona con malattia mentale orientata alla maggiore
autonomia possibile”.
È partendo da questo presupposto che il Comitato
Nazionale di Biotetica (Cnb), ha redatto il documento “La cura delle persone
con malattia mentali:alcuni problemi bioetici”.
Quaranta pagine in cui gli esperti esaminano, dal punto di vista bioetico, le
criticità dell’assistenza psichiatrica territoriale e le prospettive che si
aprono con la recente chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg).
L'orientamento attualmente espresso offre una continuità rispetto ai precedenti
pareri dedicati dal Cnb al tema della salute mentale.
La questione è qui
ripresa alla luce di importanti documenti internazionali, come la Dichiarazione
di Helsinki sulla Salute mentale del 2005 e la Convenzione Onu sui Diritti
delle persone con disabilità del 2007, ma in base ad analisi, commenti e
risoluzioni che, sempre a livello internazionale, evidenziano le criticità
nella concreta realizzazione dei diritti enunciati.
Il Cnb, come si legge nel documento "prende in esame dal punto di vista
bioetico le criticità che emergono da diverse ricerche condotte sullo stato
attuale dell'assistenza psichiatrica sul territorio, criticità che gravano
sulle vite delle persone con malattie mentali e dei loro familiari, e che sono
denunciate con forza alle istituzioni da società scientifiche, come la Società
Italiana di Psichiatria, e da associazioni di pazienti e familiari di pazienti,
come l'Unasam (Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale)”.
La prospettiva bioetica da cui muove l’analisi è quella di una cura delle
persone con malattie mentali che integri la “cure”, centrata sulle componenti
neurobiologiche alla base della malattia, e la “care”, il “prendersi cura”
della sofferenza, della soggettività e dei bisogni della persona.
La definizione di malattie mentali da cui parte il Cnb, come specificato nelle
premesse del documento “è quella della Associazione Psichiatrica Americana, che
le qualifica come alterazioni della sfera cognitiva, emotiva o comportamentale
(o di una combinazione di questi campi), che comportano sofferenza e/o problemi
nelle abilità di interazione sociale, lavorative o relazionali della persona. All'interno delle classificazione suddette, possiamo riscontrare disturbi di
diversa gravità, con differenze significative, sia nel grado di sofferenza che
nei riflessi sulle capacità di interazione sociale della persona”.
Per il Cnb “vi è una distanza ancora da colmare tra il modello ideale di cura
della persona con malattia mentale che emerge in tutta la sua centralità, anche
dai Piani di azione sulla salute mentale, proposti dall’Organizzazione Mondiale
della Salute a diversi livelli, e la concretezza della prassi”.
Il parere
analizza sia l’uno che l’altro livello.
Dal punto di vista teorico il Cnb ha esaminato i riferimenti, le dichiarazioni,
le convenzioni e i piani internazionali, analizzando anche le misure di
protezione giuridica previste dall'ordinamento giuridico italiano a tutela
delle persone con malattie mentali.
A livello pratico, il Parere del Cnb si è soffermato sugli studi compiuti in
Italia sul sistema di salute mentale, sia sui servizi per pazienti in fase
acuta, che sulle strutture residenziali e sui presidi territoriali.
Da queste analisi, dal confronto tra teoria e pratica, così come dalle voci
delle Associazioni di pazienti e familiari, emerge un elenco di priorità per un
sistema di cura più efficace e rispettoso dei diritti delle persone con
malattie mentali.
La prima necessità elencata è quella di superare la variabilità esistente
nell'approccio dei servizi.
Poi, bisognerebbe aumentare la capacità delle
strutture residenziali di dimettere i pazienti e di farli rientrare a casa.
Il
Cnb ritiene utile anche individuare degli indici di qualità dei servizi.
Tra i
più importanti ostacoli al reinserimento è stata evidenziata la carenza di
interventi sul piano sociale e, di conseguenza, proposto un incremento di tali
iniziative.
Ancora, è necessario verificare l'appropriatezza dell'intervento
farmacologico. Il diritto dei malati a una diagnosi tempestiva ed incrementare la presa in carico dei soggetti in età evolutiva deve diventare un
diritto concreto.
Sulla chiusura degli Opg e il nuovo sistema di trattamento, previsto dalla
legge n. 81 del 2014, per gli autori di reato ritenuti incapaci di intendere e
volere al momento del fatto e perciò prosciolti, il documento esprime “apprezzamento
per i principi che stanno alla base del nuovo sistema e dell'istituzione delle
Rems”.
In particolare, si raccomanda che “sia rispettata l'ispirazione della
legge che prevede progetti individuali riabilitativi sul territorio per i
prosciolti come regola, laddove l'esecuzione della misura detentiva nelle Rems
va considerata quale eccezione a cui si può ricorrere quando non esistano
valide alternative che garantiscano adeguate prospettive terapeutiche.
Ciò
comporta un forte impegno dei servizi territoriali nella presa in carico delle
persone prosciolte”.
E sul permanere di ritardi, carenze nell'assistenza e sulle discriminazioni, il
Cnb, per migliorare le condizioni di vita delle persone con malattie mentali,
propone di avviare e sostenere campagne di comunicazione sociale, sviluppare
l‟integrazione di “cure” e di “care” nel rispetto dei principi delletre E
(Etica, Evidenza, Esperienza), istituire un sistema di valutazione della
qualità delle prestazioni dei servizi. Evidenziata anche l necessità di promuovere
la ricerca, sia sul piano farmacologico che su quello psico- sociale. Il Cnb
invita anche ad evitare le diseguaglianze fra le diverse regioni, assicurando a
tutti coloro che vivono nel nostro Paese gli stessi standard di cura delle
malattie mentali.
Il comitato si è anche espresso sulla necessità di raggiungere gli standard di
spesa dei più avanzati paesi europei, contrastando il decremento del' organico
dei servizi territoriali.
Le le famiglie delle persone con malattie mentali
vanno sostenute, i servizi psichiatrici e l'intera rete dei servizi
sociosanitari del territorio vanno potenziati.
Per quanto riguarda gli operatori del settore il Cnb propone di attivare
percorsi di formazione continua.
La salute mentale in età infantile e
adolescenziale andrebbe promossa con una maggiore attenzione.
Necessario anche
monitorare l'attuazione del nuovo sistema di trattamento dopo la chiusura degli
Opg e garantire la realizzazione dei diritti delle persone con malattie
mentali, nel rispetto della Convenzione Onu sui diritti delle persone con
disabilità, con particolare riguardo alla libertà, all‟uguaglianza di fronte
alla legge, all‟inclusione sociale.
Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:
Per ulteriori informazioni al riguardo contattare il
340 50 688 73
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