Alla base dei moderni stati di diritto, fondati sul criterio di uguaglianza
sociale, troviamo il cosiddetto “Stato sociale”.
Per Stato sociale, si intende
un sistema basato su una serie di soluzioni, messe in atto dallo Stato, che
hanno la finalità di rendere possibile a tutti gli effetti l’uguaglianza tra
gli esseri umani, al fine di non creare quella che oggi viene definita forbice
sociale o economica.
Attualmente, e da diversi anni, lo Stato sociale è stato soppiantato da uno
Stato autoritario palese, che rende sì gli esseri umani uguali gli uni agli
altri, ma in senso opposto: in special modo per ciò che concerne la classe
media e la classe di cittadini in stato di povertà, si sta procedendo
certamente verso un sistema di uguaglianza che, però, non ha effetti positivi
quanto degenerativi dei diritti fondamentali e inalienabili che sono alla fonte
dei sistemi a regime democratico. Si può giocare molto sul termine “uguaglianza
sociale” se poi non si spiega alla popolazione che l’uguaglianza in senso positivo,
presuppone sostegni che, invece, sono costantemente negati.
Nel nostro paese, così come in molte altre nazioni europee o extraeuropee,
dall'avvento della crisi economica mondiale, non accade altro che lo
sfaldamento distruttivo del fondamento del criterio di democrazia.
Quando lo
Stato sociale viene a mancare, ecco che si perde del tutto la manifestazione
concreta del sistema a regime democratico.
I criteri contenuti nello Stato sociale sono, infatti, tutti quelli di cui oggi
non abbiamo più alcuna garanzia: assistenza sanitaria, diritto all’istruzione,
diritto alla pensione, assistenza agli invalidi, assistenza agli anziani, ma
anche difesa dell’ambiente e sostegno economico ai disoccupati.
Ognuno di questi comparti sociali, sono stati resi inaccessibili alla
popolazione.
Il diritto all'assistenza sanitaria è stato distrutto rendendo impossibile
l’accesso alle cure, in favore del sistema sanitario privato, notoriamente in
mano a molti esponenti della politica.
Si vocifera che, le interminabili liste
di attesa per effettuare una TAC, un Holter o altre tipologie di analisi
strumentali, siano richieste proprio dai governi in carica che, in tal modo,
agevolano la sanità privata.
Purtroppo, chi lavora nel sistema sanitario non accetta di render note queste
aberrazioni.
Le racconta, ma non ci mette la faccia. Di conseguenza, si può
solo dire che “si vocifera che”…
Per ciò che riguarda il diritto all'istruzione, ecco che un altro fondamento
delle nazioni a regime democratico e con un sistema di Stato sociale viene
negato.
I finanziamenti al comparto della scuola pubblica da anni vengono tagliati.
Di contro, da anni viene generosamente foraggiato il
comparto della scuola paritaria.
Già solo su queste due aberrazioni, possiamo parlare di sistema autoritario e
non applicazione di due articoli fondamentali della nostra costituzione: l’art.
32 in materia di diritto alla salute e l’art. 34 sul diritto allo studio.
Per rendere maggiormente comprensibile il criterio di diritto fondamentale sancito
dalla nostra Costituzione, ecco di seguito cosa recitano i due articoli sopra
citati:
Art. 32 Diritto alla salute.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e
interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per
disposizione di legge.
La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti
dal rispetto della persona umana.
Art. 34 La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e
gratuita
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i
gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con
borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere
attribuite per concorso.
Al di là della non applicazione dei due criteri sopra elencati, a suon di tagli
ai finanziamenti dei relativi comparti, si noti come, oltretutto, sia bastata
una riforma sanitaria che rende obbligatoria la vaccinazione multipla, per
togliere qualsiasi dubbio sull'ipotetica applicazione di due diritti
inalienabili e sanciti dalle carte internazionali sui diritti umani: negare
l'accesso alla scuola ai bimbi non vaccinati, è incostituzionale.
Lo dice la
Costituzione, non è un'opinione personale.
Proseguendo oltre nella non applicazione dei criteri relativi allo Stato
sociale, non si può non sollevare la questione che concerne disabili e anziani.
Inutile ripetere ciò che tutti osserviamo ogni giorno.
I disabili subiscono
quotidianamente la negazione quasi totale di ogni diritto, sia esso alle cure
sia applicato alla cancellazione delle barriere architettoniche.
Anzi, sembra
proprio che il sistema in cui viviamo faccia di tutto per creare barriere
architettoniche a chi è costretto su una sedia a rotelle o addirittura,
allettato a vita.
E che dire della vita dei milioni di anziani che popolano il nostro paese,
notoriamente tra quelli col più elevato indice di cittadini in età avanzata?
Una
larga fetta della popolazione over 65 è costretta a dover decidere se mangiare,
pagare le bollette o curarsi. Privatamente, ovvio.
Se poi si riflette sulla condizione dei disoccupati, si potrebbe scrivere un
saggio. I fortunati che hanno uno straccio di lavoro, non sempre hanno
conseguentemente i diritti contenuti nel criterio stesso di “persona che
lavora”. Salari al minimo storico, contratti che, anche, se a tempo
indeterminato, non garantiscono il futuro del lavoratore, a causa di nuove
clausole rese possibili dalla recente introduzione del Jobs Act.
Ogni giorno aumenta la percentuale di persone disoccupate e lo Stato non solo
non le sostiene economicamente, ma anzi, attraverso un sistema fiscale
impietoso e disumano, può distruggere per sempre l’esistenza di intere
famiglie, imponendo loro di avere, come priorità assoluta, il pagamento di
cartelle esattoriali piuttosto che la sopravvivenza.
Si noti anche come, da
anni, il sistema fiscale che si avvale di enti quali ad esempio Equitalia,
sottometta i contribuenti al pagamento di cartelle che, spesso, non dovrebbero
essere pagate.
Tutto ciò, in totale negazione di un altro articolo della nostra Costituzione, il 53, che recita:
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
“In ragione della loro capacità contributiva” non in ragione di ciò che lo
Stato impone alla popolazione senza badare alla reale capacità contributiva.
Basterebbe camminare con una copia della Costituzione italiana in tasca, da
esibire a ogni richiesta aberrante, per ottenere giustizia.
Se lo facessimo
tutti, vivremmo in un sistema paese del tutto diverso da quello attuale.
Ciò che appare comunque inaccettabile, è che la popolazione – la maggior parte
di essa – appare totalmente a digiuno per ciò che riguarda la conoscenza e la
consapevolezza dei propri diritti inalienabili.
In qualche modo l’ignoranza (ignorare i propri diritti), ha reso possibile la distruzione dello Stato
sociale e la creazione di un vero regime dittatoriale, che non necessita di
azioni plateali per affermarsi: basta la non applicazione della Costituzione e
dei criteri che stabiliscono se uno stato è basato o meno sul criterio di Stato
sociale e quindi assistenziale.
Attenzione poi a non cadere nella trappola della “crisi economica mondiale” che
ormai è utilizzata dal mondo della politica per far ingoiare al popolo rospi
sempre più grandi.
Se le ragioni fossero di origine economica, se le casse dello Stato fossero
davvero vuote, non potrebbero esistere sprechi, malaffare, corruzione,
agevolazioni, ruberie e tutto ciò che accade da decenni negli ambienti della
politica.
Invece, le casse dello Stato sono una risorsa ricchissima, alimentata
dalle tasche di circa 45 milioni di contribuenti, che ogni anno versano circa
1000 miliardi di euro.
Poi però, lo Stato italiano spendaccione, ne spende di
più, non certo per sostenere la popolazione, come è noto.
Hanno fottuto il popolo dando piccole dosi di veleno ogni giorno.
Ciò non ha
reso immuni dalla morte: ha reso possibile morire restando in vita. La peggiore
condizione che si possa creare ai danni degli esseri umani.
Uscire da questa trappola sarebbe ancora possibile, ma, senza coesione sociale,
senza capacità critica collettiva, senza la conoscenza approfondita dei diritti
inalienabili dei cittadini, non sarà possibile alcun tentativo di ribaltare una
situazione che, è palese, sarà sempre peggiore.
Un giorno, ne sono certa,
ricorderemo con nostalgia questi giorni.
Diremo tutti: “Come si stava bene nel 2017, bei tempi”...Ma nessuno che pensi,
oggi, a fare qualcosa di concreto per non doverlo nemmeno immaginare.
I metodi ci sono, manca la coesione sociale.
E’ così che è andato a ramengo lo
Stato sociale: per mancanza di cittadinanza coesa. Un abuso contro se stessi.
Riguardo al presente argomento ed altre problematiche delle persone con disabilità e con disagio sociale ed economico, ogni venerdi alle 18.00, presso la sede dell'Associazione "Contro le Barriere" (Taranto - Via Cugini n. 39/40), un gruppo di persone, denominato provvisoriamente, TARANTO SENZA BARRIERE, si riunisce per organizzare attività di sensibilizzazione ed iniziative atte alle risoluzioni delle problematiche rilevate.
Una di queste iniziativa riguarda la raccolta firme per la seguente petizione popolare:
Per ulteriori informazioni al riguardo contattare il
340 50 688 73
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