La sensazione di sentire bene, ma,
capire male è uno dei primi segnali di abbassamento dell'udito.
Ignorarlo significa rinunciare a una
fetta consistente del mondo che ci circonda e le ricadute psicologiche sono
rilevanti.
Se nel bambino è fondamentale la diagnosi precoce, nella
popolazione adulta investire nelle protesi acustiche è la scelta giusta per
evitare l'isolamento e ridurre il rischio di demenza.
Grande alleato di chi soffre di
sordità è la tecnologia, in grado di abbattere le barriere della comunicazione.
Secondo, il Dott. Roberto Albera,
otorinolaringoiatra alla Città della Salute di Torino e professore ordinario di
otorinolaringoiatria all'Università di Torino, quando si parla di sordità bisogna
riferirsi a deficit uditivi che possono dipendere da una malattia
dell'orecchio esterno o interno.
Nel primo caso il problema è molto più
frequente nei bambini e ci sono terapie mediche o chirurgiche risolutive.
Se, invece, si parla di orecchio
interno, invece, c'è un riscontro più alto nella popolazione adulta e anziana,
ed in questo caso, l'unica soluzione è l'apparecchio acustico.
Per quanto riguarda,
invece, l'impatto di questa patologia sulla società, nel caso si
tratti di un bambino che ha un problema di orecchio esterno o medio
l'impatto è modesto.
Diventa un problema drammatico quando
il bambino nasce o diventa sordo a livello dell'orecchio interno nei primi due
o tre anni di vita.
È un grave danno perché non si
acquisisce il linguaggio.
In questo caso è fondamentale dedicare
molta attenzione alla diagnosi precoce perché questo può portare alla quasi
risoluzione del problema con apparecchi sia mobili che impiantati.
Nel caso di un adulto, il problema
frequente è la ridotta capacità di capire negli ambienti rumorosi.
Il classico " sento ma non
capisco" che si traduce in una grande fatica a frequentare ambienti di un
certo tipo.
Alcune teorie, poi, associano la
sordità al rischio di demenza.
Un soggetto adulto over 60 che ha una
grave sordità sembra manifestare un rischio più elevato di demenza.
Ecco perché risulta importante la
protesizzazione nei
soggetti anziani.
È meglio investire nelle protesi ma
ridurre il rischio di demenza.
In Italia, però, c'è una scarsa
propensione a utilizzare le protesi acustiche sia per l'aspetto estetico che economico.
In riferimento alle terapie,
l'unica che ha un significato è la protesizzazione:
sistemi che sono sempre più sofisticati e che consentono al paziente di
sentire.
Una novità rilevante sono i sistemi (attraverso
modulazione di frequenza, Bluetooth o induzione magnetica) che
consentirebbero, tramite una protesti acustica, di disattivare il rumore di
fondo e far percepire solo il messaggio utile.
Poi ci sono le protesi che si
inseriscono chirurgicamente, che consentono alle persone di sentire stimolando
il nervo acustico.
La prospettiva futura, che in parte è
già in essere, è la miniaturizzazione di protesi da installare nell'orecchio
medio.
Già ci sono, ma sono ancora grandi e
costose.
Sempre, secondo il Dott. Roberto
Albera, riguardo a collegamenti tra sordità e altre malattie dell'organismo,
dichiara che essendo l'orecchio interno un organo
che consuma più ossigeno, vuol dire
che se c'è un'insufficienza nell'organismo l'orecchio ne soffre.
Ecco perché i diabetici o chi ha la
pressione alta è più sordo.
Concludendo,
e, facendo riferimento ai danni che potrebbero essere causati dalle cuffie e
dagli auricolari, dichiara che mediamente grandi danni non si vedono, ma, ciò
non toglie che è necessario organizzare campagne di sensibilizzazione tra
i giovani, non per vietare ma per insegnare a usare questi strumenti in modo
poco dannoso.
Si prega leggere un appello dei soci dell’Associazione "Contro le Barriere", al seguente link:
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